top of page

IMU immobili inagibili post calamità: le novità nel DM che semplifica l’imposta


Donne che fanno conti e utilizzano computer

Il nuovo decreto del MEF consente ai Comuni di ridurre o azzerare le aliquote IMU per gli immobili danneggiati da eventi calamitosi, evitando situazioni penalizzanti per i proprietari.



Tra le novità più significative del nuovo D.M. 06/09/2024 che introduce la cosiddetta IMU semplificata – che come abbiamo visto prevede “solo” 128 aliquote (attualmente sono circa 250 mila) – vi è la possibilità per i Comuni di ridurre o azzerare le aliquote IMU sugli immobili danneggiati da terremoti o da altre calamità naturali (come alluvioni, frane, ecc.).

Questa nuova misura si pone come risposta a un vuoto normativo presente nel precedente decreto del 2023, che non contemplava questa fattispecie, causando notevoli difficoltà nei Comuni colpiti da tali eventi.


IMU immobili inagibili post calamità, aliquote agevolate o azzerate

In base alle nuove disposizioni, i Comuni avranno la facoltà di deliberare aliquote agevolate, o addirittura azzerate, per gli immobili resi inagibili da eventi calamitosi, indipendentemente dalle esenzioni previste dalla normativa nazionale. Questa innovazione risolve un problema particolarmente sentito dai proprietari di abitazioni danneggiate.Finora si verificava infatti un paradosso fiscale per le abitazioni principali (e quindi esenti IMU) rese inagibili. A seguito di un evento calamitoso che le rendesse inagibili, queste perdevano infatti il requisito fondamentale per l’esenzione: essere la dimora abituale del proprietario. Questo portava all’applicazione dell’IMU con aliquota ordinaria, con solo una riduzione del 50% prevista per l’inagibilità.Ora, grazie al nuovo decreto, i Comuni potranno intervenire stabilendo aliquote ridotte o azzerate per gli immobili che diventano inagibili a seguito di calamità naturali, e sanare quindi questa incongruenza.


Altri immobili agevolabili

La possibilità di applicare aliquote agevolate in seguito ad eventi calamitosi non è limitata alle abitazioni principali, ma si estende a tutte le categorie catastali. Tuttavia, per i fabbricati appartenenti alla categoria catastale D (come capannoni industriali e alberghi), non è consentito l’azzeramento completo dell’IMU, poiché la legge impone un’aliquota minima del 7,6 per mille, che costituisce la quota di competenza dello Stato.


Impossibilità di agevolare le aree in ricostruzione

Nonostante il passo avanti introdotto dal nuovo decreto, resta un problema irrisolto per quanto riguarda gli immobili in fase di ricostruzione. Durante il periodo di ricostruzione, infatti, la normativa impone di considerare l’area fabbricabile su cui è in corso di ricostruzione il fabbricato (il quale non è più oggetto imponibile).In genere, la base imponibile di un’area fabbricabile è superiore a quella determinata dalla rendita catastale di un fabbricato, e ora si aggiunge il problema che la normativa ancora non prevede la possibilità di applicare aliquote agevolate in questi casi, impedendo così ai Comuni di intervenire a favore dei proprietari in questa fase critica.


Fonte: Ediltecnico

Comments


Commenting has been turned off.
bottom of page