Quando è illegittima la rettifica catastale basata sul metodo comparativo?
- Agefis
- 14 apr
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Una rettifica catastale è illegittima se l’Agenzia delle Entrate non indica gli immobili utilizzati per la comparazione. È quanto stabilito dalla Corte di giustizia tributaria di primo grado di Reggio Emilia nella sentenza 80/2/2025. La motivazione deve essere chiara fin dall’emissione dell’atto, senza possibilità di integrazione successiva in giudizio.
Cosa prevede la legge sulla motivazione dell’avviso di accertamento catastale?
La motivazione dell’avviso deve essere completa e presente sin dall’origine dell’atto.
Secondo l’art. 7 della legge 212/2000 (Statuto del contribuente), ogni atto dell’amministrazione finanziaria deve contenere la motivazione, cioè le ragioni di fatto e di diritto che hanno portato all’emissione. Questo vale anche per gli avvisi di accertamento catastale, specialmente se basati sul metodo comparativo, che impone l’indicazione degli immobili simili usati come riferimento.
Metodo comparativo: cosa significa?
Il metodo comparativo consiste nel determinare la rendita catastale di un immobile confrontandola con quella di altri immobili “similari” per caratteristiche, ubicazione e destinazione d’uso. È un criterio largamente usato, ma vincolato a requisiti di trasparenza e precisione, come ribadito dalla giurisprudenza.
Perché è illegittimo l’accertamento catastale senza indicazione degli immobili comparabili?
Un avviso di accertamento basato su confronti non dichiarati è considerato privo di motivazione e quindi nullo.
Nella sentenza 80/2/2025, la Corte ha chiarito che non basta riferirsi genericamente a “immobili similari”: è necessario specificarli, indicandone caratteristiche, rendita e ubicazione. In assenza di tali dettagli, l’avviso risulta carente di motivazione, violando le garanzie del contribuente previste dallo Statuto.
Cosa succede se l’Agenzia prova a correggere la motivazione in giudizio?
Non è ammesso integrare in giudizio una motivazione carente o assente.
Nel caso analizzato, l’Agenzia delle Entrate ha cercato di giustificare la rendita tramite il metodo del costo di ricostruzione in sede di contenzioso. Tuttavia, i giudici hanno ritenuto inammissibile questa integrazione tardiva, ribadendo che la legittimità dell’atto si valuta esclusivamente sulla base della motivazione contenuta al momento della sua emanazione.
Cosa cambia per i contribuenti che ricevono un avviso di rettifica catastale?
I contribuenti possono impugnare un avviso se mancano i riferimenti agli immobili comparabili.
Questa sentenza rafforza i diritti del contribuente, che ha il diritto di conoscere sin da subito le motivazioni dell’accertamento. Se l’avviso non indica in modo preciso gli immobili usati per il confronto, può essere annullato. È fondamentale, in questi casi, presentare ricorso nei termini di legge (60 giorni dalla notifica).
FAQ – Domande Frequenti sulla rettifica catastale e metodo comparativo
Cosa succede se l’Agenzia delle Entrate non indica gli immobili comparabili?
L’avviso di accertamento è considerato illegittimo per difetto di motivazione e può essere annullato dal giudice tributario.
Posso impugnare un avviso di accertamento che non spiega in dettaglio il metodo usato?
Sì, il contribuente ha il diritto di contestare l’atto se non sono chiaramente indicati gli elementi su cui si basa la valutazione.
L’Agenzia può correggere la motivazione in sede di giudizio?
No, la motivazione deve essere completa sin dalla sua emanazione. Integrazioni successive non sono ammesse.
Qual è la norma di riferimento per la motivazione degli atti amministrativi?
L’articolo 7 dello Statuto del contribuente (legge 212/2000) obbliga l’amministrazione a motivare ogni atto, anche catastale.
Il metodo comparativo è sempre valido per la rendita catastale?
Sì, ma solo se applicato correttamente, con l’indicazione esplicita degli immobili di riferimento e delle loro caratteristiche.