Il decreto n. 212/2023 è stato incardinato e approderà in Aula alla Camera il 29 gennaio. Cna: «Senza proroga contenziosi per 6 miliardi»
Il decreto Salva spese (Dl n. 212/2023) sarà convertito e, quindi, sarà ritoccato. Venuti meno i piani di inglobarlo in un altro provvedimento, sotto forma di emendamento, l’iter parlamentare del Dl che, a fine 2023, ha provato a evitare il caos nei cantieri del superbonus dovrà ora essere rapidissimo: l’approdo in Aula alla Camera è previsto per il prossimo 29 gennaio. I margini per effettuare ritocchi, però, saranno strettissimi. Ne parla il relatore, Guerino Testa (Fdi): «Abbiamo incardinato il decreto in commissione Finanze, ho fatto una breve relazione dei quattro articoli che lo compongono. Da martedì ci saranno le audizioni, mentre il 18 è la data ultima per presentare gli emendamenti». Detto del calendario (martedì in commissione è attesa l’Ance), «siamo - prosegue Testa - in attesa di capire che tipo di agibilità abbiamo per eventuali modifiche, dobbiamo confrontarci con il Governo. Il mio auspicio come relatore è che non ci sia un atteggiamento da tifosi, perché con un decreto così importante vogliamo tutelare famiglie, imprese e anche i conti pubblici».
L’attenzione ai conti pubblici sarà centrale in questo passaggio di conversione. Testa lo ripete più volte: «Sicuramente ci saranno spazi per fare emendamenti che abbiano meno natura finanziaria e più natura ordinamentale e di sistema. Il nostro obiettivo è fare chiarezza e, magari, riuscire a recuperare qualche risorsa». Un tema aperto è certamente quello delle assicurazioni, obbligatorie per chi ottenga il superbonus nelle zone di ricostruzione post-sisma. Lo stesso Servizio studi di Montecitorio ha chiesto chiarimenti su questo punto e Testa è pronto ad affrontarlo.
Quanto ad altri temi, come la sanatoria prevista per chi lascia i lavori a metà o le forti restrizioni imposte al bonus barriere architettoniche Testa sottolinea che «i desiderata difficilmente potranno essere tutti esauditi. Comunque, ci impegneremo, senza pensare ad altre proroghe o a misura onerose. Il 29 si andrà in Aula». Nonostante gli auspici, sia una riapertura dei termini che il sal straordinario, proposto nelle scorse settimane, saranno comunque al centro del dibattito. I lavori andranno, probabilmente, avanti in un clima di grande tensione tra le parti coinvolte, dal momento che sul provvedimento sono arrivate, in questi giorni, soprattutto critiche. Ieri si è espressa in questo senso anche Cna, che ha spiegato in una nota: «Con il decreto legge 212/2023 il Governo ha scelto di non dare risposte a imprese e cittadini sulle criticità del superbonus 110 per cento». La mancata «proroga (circoscritta e limitata nel tempo) per portare a termine migliaia di cantieri rappresenta l’indifferenza o la sottovalutazione dell’esecutivo rispetto a una situazione complessa».
Sulla base degli ultimi dati Enea, la Confederazione calcola che «il rischio di contenziosi riguarda sei miliardi di euro di investimenti per la riqualificazione dei condomini, ammessi a detrazione ma senza più opzione di cessione del credito e con beneficio dal 110% al 70 per cento». In questo quadro, «anche la misura di sostegno al reddito introdotta dal decreto rappresenta l’ennesima chimera». Fonte: IlSole24Ore - Giuseppe Latour